Addio alle lampade alogene: cosa cambia adesso?
Considerate di classe energetica D, le lampadine alogene, dal 1 Settembre 2018 sono state messe al bando dalla Commissione Europea, in forza della direttiva EUP – Energy Using Products 2005/32/EC, la cui entrata in vigore risulta essere già stata posticipata di due anni.
Un’illuminazione più ecosostenibile, secondo l’ENEA, garantirebbe un notevole risparmio energetico, sia in termini economici, che di inquinamento, abbattendo di gran lunga le emissioni di CO2 attualmente prodotte dalle lampade alogene.
Tale obbiettivo è raggiungibile sostituendo le medesime con i più efficienti sistemi ad illuminazione LED (Light Emmiting Diode), che incentiverebbero la progettazione ecocompatibile e porterebbero ad un risparmio annuo pro capite stimato in circa 115 euro.
La tecnologia LED, è in grado di trasformare circa il 50% dell’energia elettrica ricevuta, in luce, disperdendone solo la restante parte. Ciò non accade con le tradizionali lampade alogene, la cui inefficienza è data dall’utilizzo di una minima parte dell’energia ricevuta (circa 15%) a discapito di una grossa quantità di energia dispersa sotto forma di calore. Ecco spiegato perché una lampada alogena consuma 5 volte di più di una innovativa lampada LED.
La metodologia con cui le lampade LED trasformano l’energia elettrica incidendo sui consumi, si può riassumere attraverso l’unità di misura del flusso luminoso di una lampadina: i lumen. 600 lumen infatti, corrispondono ad una lampada LED da 12 watt, che equivale ad una lampada alogena da 42 watt. Ma ciò che risulta maggiormente incredibile, è il tempo di durata delle lampade led, che varia dalle 5000 alle 15000 ore.
Non a caso, il rapporto tra l’efficienza ed i consumi di una lampada led, permette di attribuire a tale dispositivo la classe di efficienza energetica A++.
Se poi si considerano i costi di una lampada Led, compresi tra i 2.70 e i 4.20 euro, a seconda della potenza, ecco spiegata la valutazione economica su cui si basa il calcolo del risparmio energetico.
In questo modo, ambiente, industria e portafoglio, saranno i primi beneficiari della direttiva UE.
È doveroso precisare comunque che non tutte le lampade alogene sono state bandite dal primo settembre, ma esclusivamente quelle non direzionali, senza trasformatore e caratterizzate da classe energetica inferiore alla lettera B.
Rimangono dunque, ancora sul mercato, tutte quelle direzionali e dotate di attacco G9 ed R7S, ovvero i tradizionali faretti e quelle impiegate nelle lampade da tavolo e nei proiettori.
Si tratta quindi di un addio parziale che, tuttavia, contribuisce fortemente ad un futuro più green e ad una maggior sensibilizzazione verso i temi dell’inquinamento e del risparmio energetico. Questioni mai banali ma sempre in auge, che se affrontate con piccoli accorgimenti come quello imposto dalla direttiva, possono comunque dare il loro contributo.
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